Halloween: i simboli

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Il simbolismo di Halloween deriva da varie fonti, inclusi costumi nazionali, opere letterarie gotiche e horror, film classici dell'orrore. Prevalgono anche elementi della stagione autunnale, come le zucche, le bucce del grano e gli spaventapasseri, nonchè temi come la morte, il male e l'occulto. Ecco i simboli più caratteristici di questa macabra festa...


Pipistrelli
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Simbolo molto popolare di Halloween, il pipistrello è collegato alla stregoneria e alla morte in molte culture diverse. Questa associazione nasce dall'usanza di volare di notte e di dimorare in caverne e rovine. I pipistrelli sono stati associati alle streghe durante il Medioevo, quando si credeva che le streghe fossero aiutate da demoni in forma di animali. Una delle forme più comuni di questi demoni (o "famigli") era appunto il pipistrello ma anche i gatti neri e i gufi. Ai pipistrelli vengono inoltre attribuite capacità occulte perché hanno caratteristiche di uccello (che nel mondo occulto sono simbolo dell'anima) e di demonio (perché vivono nelle tenebre). Diviene così chiara la ragione per cui il pipistrello è diventato parte di Halloween. Il sangue di pipistrello era anche usato, soprattutto nella magia nera, per la preparazione di pozioni magiche e unguenti.


Gatti Neri
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Per molte persone sono creature sinistre portatrici di sfortuna. Questa credenza affonda le proprie radici nell'antico Egitto. Per gli Egizi il gatto era associato al culto di Iside, la dea che aveva il proprio regno nella notte. Il gatto, e soprattutto quello nero, era l'animale più adatto ad affiancare la dea. Nero, silenzioso e furtivo si muoveva nell'oscurità, cacciava abilmente, aveva occhi che brillavano e, come la dea notturna, vegliava mentre altri dormivano. Durante il Medioevo i gatti neri vennero associati alle streghe; si credeva infatti che le streghe potessero trasferire il loro spirito in un gatto, e per questo ne avevano sempre uno. Si credeva inoltre che i gatti fossero dei famigli, cioè delle entità demoniache servitrici delle streghe. Nei roghi che uccisero tante donne accusate di stregoneria, furono innumerevoli i gatti neri che trovarono la morte, nel nome di Dio.


Zucca (Jack-o'-Lantern)
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Halloween non sarebbe lo stesso senza i sorrisi un po' cattivi delle zucche illuminate. Intagliare zucche è in realtà un'antica usanza dell' Irlanda, dove delle rape svuotate venivano intagliate e usate come lanterne, per illuminare la strada nella notte di Halloween e, al tempo stesso, spaventare e scacciare i fantasmi. Il nome di Jack o Lantern tradizionalmente dato alla famosa zucca intagliata di Halloween deriva da una leggenda irlandese, secondo cui un ubriacone, noto come Jack, aveva ingannato il diavolo; per questo, una volta morto, era stato punito con l'obbligo a vagabondare per l'eternità come un fantasma, con della brace per illuminare il suo cammino, che venne posta in una rapa scavata. Questa leggenda venne recepita dagli Americani che sostituirono la rapa con la ben nota zucca scavata ed intagliata.


Streghe
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Un altro carattere distintivo della festa è la presenza delle streghe, motivo per cui la notte di Halloween viene chiamata anche - soprattutto nel nostro Paese - Notte delle Streghe. Il termine strega, deriva dal latino strix, con cui si indicavano per lo più le civette, uccelli in cui, secondo la tradizione romana, sapevano trasformarsi alcune donne. Nella cultura anglosassone, invece, il termine strega diventa sinonimo di sapiente. Presenti da sempre nella letteratura non solo italiana, le streghe continuano ad intrigare con la loro possibilità di creare bevande magiche che trasformino il corso naturale di cose e persone: nella tradizione di Halloween sono presentate accanto ad un calderone, nero come la pece, in cui rimescolano misteriosi intrugli, dal profumo sinistro e dall'aspetto poco invitante. Il calderone è uno strumento molto potente che combina le influenze degli antichi elementi di Aria, Fuoco, Acqua e Terra. La sua forma rappresenta Madre Natura, e le tre zampe su cui poggia corrispondono ai tre aspetti della Triplice Dea; le tre fasi lunari; e i tre numeri magici. Inoltre, il calderone è simbolo di trasformazione (in senso fisico e spirituale), di illuminazione, saggezza, rinascita. Legato alla figura della strega è anche il manico di scopa. Durante il Medioevo e il Rinascimento si pensava che i manici di scopa fossero il primo mezzo di trasporto delle streghe. Per volare le streghe usavano uno speciale unguento fatto di erbe velenose, grasso ed altri ingredienti. Poi si dicevano degli incantesimi e la strega si cospargeva il corpo e il manico di scopa con questo unguento. Potevano addirittura diventare invisibili mentre volavano.


Fantasmi e Scheletri
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Sono la diretta associazione tra Halloween e la morte/rinascita. Samhain era la festa dei morti celebrata dagli antichi Celti il 1° novembre (Ognissanti è la versione Cristiana della medesima celebrazione). Era credenza comune tra i Celti che nella notte di fine estate (31 Ottobre) le barriere tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti si assottigliassero, tanto da permettere a questi di tornare sulla terra. Da qui discese l'uso di lasciare davanti alle porte delle abitazioni dei dolcetti, in modo da ingraziarsi le anime dei defunti, o di appendere lanterne ricavate nelle zucche, le famose jack-o-lantern, per guidarne il cammino. Anche l'usanza del trick-or-treat, cioè del "dolcetto o scherzetto", che ogni 31 ottobre fa spostare di casa in casa migliaia di bambini americani vogliosi di dolci e altre leccornie, deriva appunto da questa credenza: i bambini si travestono così da impersonare degli spiriti, fanno visita alle famiglie guidati dalle lanterne zucca e ottengono dolci in cambio della loro "benevolenza".


Gufo
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Durante il Medioevo, molte persone credevano che i gufi avessere a che fare con la stregoneria. Si credeva che nella notte di Halloween, demoni in forma di gufi viaggiassero assieme alle streghe e ai loro gatti, a bordo di manici di scopa, per andare ai Sabba. I gufi erano quindi anch'essi dei famigli (demoni minori della tradizione giudaico-cristiana che fungono da tramite o servitori delle streghe), e di alcuni si credeva addirittura che fossero streghe travestite (il gufo era chiamato Strix dai Romani, parola che significa appunto Strega). Ragion per cui vedere o sentire un gufo era fonte di paura per molte persone. Tutt'oggi c'è chi pensa che sentire un gufo nel buio della notte indichi morte o cattivi presagi.


Ragno
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Durante il MedioEvo il ragno fu inevitabilmente associato alle streghe, che li utilizzavano per creare potenti pozioni. Questo non è assolutamente vero: creare pozioni con zampe di vedova nera è solo una fantasia di favole e filastrocche, e non ha alcun riscontro nella realtà. I superstiziosi dicono che il ragno sia portatore di cattiva energia e che sia capace di far del male agli altri esseri viventi (umani compresi) anche solo con la sua vicinanza. Per molte persone invece il ragno è portatore di buona fortuna e ricchezza. Addirittura gli Sciamani lo considerano un simbolo di creatività. Per molte antiche culture il ragno e l’intreccio della sua tela simboleggiavano la tessitura della vita stessa e i cicli della natura.

Filastrocche di Halloween

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I COLORI DI HALLOWEEN

Nero, verde, arancione e rosso
Quattro i colori che ad Halloween indosso.
Rosso, arancione, verde e nero
Questi i colori del mistero.


Arancione è la zucca addobbata a festa
Che minacciosa guarda dalla finestra.
Arancione è il dolce della tradizione
Lo divoro tutto in un solo boccone.


Verde è il colore dei mostri cattivi
Si aggirano per strada mischiandosi ai vivi.
Verde il colore del minestrone
Che la strega rimestola nel pentolone.


Nero è il mantello del vampiro
Vi si avvolge tutto quando va in giro.
Neri il gatto, il ragno e il corvo
Che mi osservan insieme con sguardo torvo.

Rosso fuoco è il diavoletto
Corna, coda e ciuffetto
Preferisco andare a letto
Che trovarmi al suo cospetto!
Rosso, arancione, verde e nero
Questi i colori del mistero.
Nero, verde, arancione e rosso
Quattro i colori che ad Halloween indosso.

L'antica Festa di Samhain

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Samhain
La tradizione di festeggiare la vigilia di Ognissanti (in inglese All Hallows' Eve Day, che è stato poi contratto in Halloween) ha origini britanniche, più precisamente celtiche. Lo storico Nicholas Rogers, ricercando le origini di Halloween, nota infatti che "la festa di Halloween è più tipicamente collegata alla festa celtica di Samhain, originariamente scritto Samuin (pronunciato sow-an o sow-in)". Il nome della festività, mantenuto storicamente dai Gaeli e dai Celti nell'arcipelago britannico, deriva dall'antico irlandese e significa approssimativamente "fine dell'estate". Si tratta di una data molto importante per il calendario celtico, perché sancisce l’inizio del nuovo anno (è l’esatto opposto di Beltane, l’inizio della stagione della luce, la primavera) e coincide con il giorno della “Fleadh nan Mairbh”, ovvero “la festa dei morti”. In essa, secondo la tradizione celtica, lo scudo di Skathach, cioè il velo tra questo mondo e quello ultraterreno, si assottiglia e gli spiriti dei defunti possono camminare liberamente tra i vivi e riunirsi ai loro clan. Nella dimensione circolare-ciclica del tempo, caratteristica della cultura celtica, Samhain si trovava in un punto fuori dalla dimensione temporale che non apparteneva né all'anno vecchio e neppure al nuovo. Per questa ragione è considerato un giorno sacro ai confini della realtà, o meglio, un giorno che non esiste. Come molte feste celtiche, anche Samhain veniva celebrata a più livelli: dal punto di vista materiale, era il tempo della raccolta e dell'immagazzinamento del cibo per i lunghi mesi invernali. Spiritualmente parlando, la festa era un momento di contemplazione. Per i Celti morire con onore, vivere nella memoria della tribù ed essere ricordati nella grande festa che si sarebbe svolta la vigilia di Samhain era una cosa molto importante. Questo era il periodo più magico dell'anno: il giorno che non esisteva, il giorno in cui i morti avrebbero potuto ritornare nei luoghi che frequentavano mentre erano in vita, e celebrazioni gioiose erano tenute in loro onore. Ai defunti che chiedevano doni, cibo e sostentamento si facevano offerte, ed essi in cambio avrebbero garantito protezione sulle famiglie e sui raccolti futuri ( i bambini che oggi si mascherano e vanno casa per casa a chiedere un dolcetto impersonano, in realtà, proprio i defunti ritornanti e questuanti!).  I falò hanno sempre avuto un ruolo importante in questa festa. Nei villaggi si spegneva ogni focolare, per evitare che gli spiriti maligni soggiornassero nel villaggio. Il rito principale della festa consisteva nello spegnere il Fuoco Sacro situato a Tlachtga, vicino alla reale Collina di Tara, e riaccendere il Nuovo Fuoco il mattino seguente. Questo simbolizzava l'arrivo del Nuovo Anno (Samhain è infatti conosciuto anche come Capodanno celtico). Quando il mattino giungeva, i Druidi portavano le ceneri ardenti del falò sacro presso ogni famiglia, che provvedeva a riaccendere il focolare domestico. In Irlanda, il piatto tipico di Samhain è il cosiddetto "colcannon" (che vuol dire "cavolo chiazzato"): è una ricetta fatta con purè di patate, cavolo tritato e cipolla, servito caldo con molto burro. Solitamente al suo interno si nascondeva una moneta: il fortunato che la trovava nella sua fetta, avrebbe avuto prosperità per l'anno che doveva iniziare. Come altre feste celtiche, anche quella di Samhain passò nella cultura cristiana, dopo che i romani sottomisero i Celti. Divenne però chiaro alla Chiesa che i Celti, nonostante la loro apparente sottomissione alla cultura cristiana, continuavano ad aderire testardamente ad alcuni elementi del loro vecchio credo. Cosi', all'incirca nel settimo secolo A.C., la Chiesa spostò il giorno di Ognissanti, una festa che onorava il martirio dei primi cristiani, da maggio al primo novembre, in modo da unirla agli antichi rituali druidici del 31 ottobre. Da allora in questa giornata si onorarono tutti i morti, non solo i primi santi cristiani, rinforzando così l'associazione con le celebrazioni celtiche. Con il passare del tempo, gli antichi spiriti di Samhain, che una volta venivano ritenuti selvaggi e potenti, assunsero un connotato nettamente diabolico e malvagio. La chiesa affermava infatti che gli dei e tutti gli altri esseri soprannaturali delle religioni antiche costituissero delle manifestazioni del diavolo, volte a condurre l'uomo verso l'adorazione di falsi idoli. Così cominciarono ad apparire rappresentazioni di fantasmi, scheletri, streghe e di altre creature maligne. E' certo che questa esportazione abbia fatto perdere il carattere e l'essenza vera e propria di questa festa, trasformandola nella notte di Halloween, una sorta di party celebrativo per gli esseri soprannaturali e diabolici.

Halloween Makeup Tutorial

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Chi era Jack O' Lantern?

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Jack-O-Lantern
La leggenda di Jack O' Lantern fa parte del folklore irlandese. Tanti e tanti anni fa, in Irlanda, viveva un vecchio fabbro di nome Jack, ubriacone e taccagno. Era la notte di Halloween quando il vecchio, seduto al bancone di un pub davanti a un grosso boccale di birra, si imbatté nel Diavolo, venuto per reclamare la sua anima. Jack, che era furbo come una volpe, stava per cadere nelle mani di Satana, quando, con uno stratagemma, riuscì a imbrogliarlo facendogli credere che gli avrebbe dato la sua anima in cambio di un'ultima bevuta. Il Diavolo si trasformò in una moneta da sei pence per pagare l'oste e Jack riuscì velocemente a mettersi quella moneta nel borsellino. Poiché Jack teneva lì anche una croce d'argento, il Diavolo non poteva tornare alla sua forma originaria. Jack lasciò andare via il Diavolo solo a patto che questi gli promettesse di non reclamare la sua anima per i successivi 10 anni. Il Diavolo accettò. Dieci anni dopo Jack lo incontrò di nuovo mentre camminava lungo una strada di campagna. Il Diavolo era tornato per la sua anima, ma Jack, riflettendo velocemente, gli disse: "Verrò, ma prima potresti prendermi una mela da quell'albero?". Il Diavolo, pensando di non aver nulla da temere, balzo sulle spalle di Jack per prendere la mela. Jack tirò fuori un coltello e intagliò una croce sul tronco dell'albero. Il Demonio non potendo piu' discendere a causa del simbolo sacro, dovette accettare il patto propostogli da Jack: se il Diavolo avesse promesso di non tentarlo più, allora avrebbe tolto la croce dall'albero. Il Diavolo accettò. Quando alla fine Jack morì, anni dopo, non fu ammesso in cielo, a causa della sua vita dissoluta. Così si recò all'entrata dell'inferno, ma il Diavolo lo rimandò indietro perché aveva promesso di non prendere mai più la sua anima. "Ma dove posso andare?", chiese Jack. "Torna da dove sei venuto!", gli rispose il Diavolo. Ma la strada del ritorno era buia e ventosa. Jack implorò il Diavolo di dargli almeno una luce per trovare la giusta via e il Diavolo, spazientito, gli gettò un carbone ardente che proveniva dalle fiamme dell'inferno. Per illuminare il cammino e per non farlo spegnere dal vento, Jack lo mise in una rapa che stava mangiando. (*) Da quel giorno egli è condannato a vagare per sempre nelle tenebre e nell’oblio fra il reame terrestre e quello oltremondano, con la sua lanternina ad illuminargli il cammino. E secondo la leggenda il suo fantasma irrequieto tornerebbe sulla terra proprio durante la notte degli spiriti, a camminar solitario per le strade deserte alla ricerca di un posto in cui poter finalmente trovare pace. L’usanza di intagliare le piccole jack-o-lantern in modo terrificante, e di riporle davanti alla porta di casa o sul davanzale delle finestre, serviva quindi a spaventare ed allontanare la sua anima triste e dannata, spingendola a cercar rifugio altrove.

 Secondo altre leggende, comuni ancora fino a pochi decenni fa nel Nord Italia e in diverse zone dell’Inghilterra e della Svezia, Jack O’Lantern sarebbe invece un’anima perduta – simile ad uno spettro che cerca qualcosa con la sua lanterna, o ad un fuoco fatuo che si sposta ripetutamente intorno al luogo in cui ha commesso i propri crimini – condannata a non trovare riposo a causa di una grave colpa commessa in vita, ed in particolar modo per aver spostato i termini che un tempo segnavano il limite delle proprietà e le dividevano da quelle dei vicini. A tal proposito si credeva, infatti, che coloro che in vita avevano avuto la cattiva idea di estendere i propri possedimenti a scapito degli altri, spostando i termini – landmarks – che ne segnavano i confini, sarebbero stati condannati a sorgere ogni notte, all’ultimo rintocco della mezzanotte, e a camminare con in mano un lucernino nel punto in cui i termini erano stati rimossi. L’unico modo in cui avrebbero potuto trovar pace, era far sì che i termini di proprietà fossero riposizionati nel posto da cui erano stati tolti, ristabilendo così il giusto ordine originario. Come suggeriscono questi racconti, Jack O’Lantern rappresenta dunque un’anima persa, reietta e condannata all’eterno oblio, e simbolicamente ritrae l’archetipo del cattivo viandante, ovvero di colui che sceglie, con consapevolezza e senza alcun desiderio di redimersi, la strada della menzogna, della meschinità, dell’inganno e dell’oscurità, opponendosi alle vie luminose della verità, dell’onore e della nobiltà d’animo, e camminando inevitabilmente verso un destino triste e maledetto. Incontrare questo spettro e i suoi simili, che apparivano spesso come piccoli fuochi fatui fluttuanti fra fanghi e nebbie, non era solo terrificante, ma il più delle volte era anche molto pericoloso, poiché si diceva che il passatempo preferito di Jack O’Lantern e dei suoi compagni fosse quello di farsi seguire, spesso inebetendo gli ignari viandanti per attirarli su sentieri abbandonati e rovinosi, fino a farli perdere. Nei casi peggiori, inoltre, essi li conducevano a morire nelle paludi nebbiose e nelle buie e maleodoranti torbiere, oppure li trascinavano fino al margine di qualche inaspettato dirupo, oltre il quale precipitavano e non venivano mai più ritrovati. Fra gli innumerevoli fantasmi con la lanterna che vagavano irrequieti per i campi e per le strade, e accompagnavano Jack O’Lantern nel suo infausto peregrinare notturno, poteva a volte succedere che taluni si mostrassero meno ostili nei confronti di certi viandanti, e molto raramente potevano addirittura diventare benevoli. Uno di questi era conosciuto come Jacky Lantern, e come si deduce dal nome potrebbe essere considerato il volto femminile – e un poco più comprensivo – di Jack. In certe regioni dell’Inghilterra Jacky appariva nelle sembianze di una donna vecchia, ricurva e grinzosa, che si aggirava con la sua fredda lanternina vicino ai luoghi di sepoltura, e sebbene solesse indurre i viaggiatori a smarrirsi nelle paludi e nelle tenebre, si racconta che in certe rarissime occasioni, e solo se ben invocata e raddolcita, scegliesse invece di condurli sulla strada giusta, indicando a chi suscitava la sua benevolenza la via che porta a casa.

(*) "La fiamma inquieta di Jack O' Lantern" - di Violet, tratto dal sito Il tempio della Ninfa

Origine del "Trick or Treat"

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Trick_or_Treat
Il Trick or Treat è sicuramente l'aspetto più spassoso della versione americana di Halloween: negli States la sera del 31 ottobre è facilissimo vedere sciami di bambini travestiti da spiritelli, vampiri & company che bussano alle porte dei vicini per chiedere divertiti "Dolcetto o Scherzetto?" (il famosissimo trick or treat, anche se la dicitura esatta e completa della filastrocca che i bambini recitano chiedendo per le case dei dolci è: Trick or Treat, Treat or Trick, Give me something good to eat! - Dolcetto o Scherzetto, Scherzetto o Dolcetto, Dammi qualcosa di buono da mangiare! ). In genere in tutte le famiglie si prepara una certa scorta di dolciumi, caramelle e snack vari da donare ai bambini-spiritelli in cambio della loro benevolenza, ma ai malcapitati che si trovano sprovvisti di dolcetti i bambini sfoderano il loro peggior repertorio di scherzetti... Qualche esempio? Diciamo che potreste ritrovarvi la pattumiera svuotata nel vostro bel giardino, buche scavate, uova lanciate contro la vostra porta d'ingresso, oppure delle lattine vuote legate al tubo di scappamento della vostra auto...


ORIGINI
Questa usanza ha origini antiche, diversificate e, comunque, non certe. Secondo alcuni, infatti, risalirebbe ad una tradizione irlandese secondo la quale molte persone andavano in giro chiedendo offerte, soldi e cibo per la preparazione della festa di “San Columb Kill”. Secondo altri, invece, l’origine sarebbe cristiana, in quanto si riferirebbe ad una pratica in voga nel IX secolo d.C. detta "souling", cioè "elemosinare l'anima". Tale termine deriva dal fatto che il I Novembre, il giorno di Ognissanti, i primi Cristiani vagavano per i villaggi elemosinando del "soul cake" (Dolce dell'anima), un dolce quadrato fatto con la pasta del pane e decorato con uva sultanina e ribes. Per ogni dolce ricevuto promettevano una preghiera per i parenti morti dei donatori. Questo perchè si credeva che i morti rimanessero per un determinato periodo nel limbo, prima di accedere al Paradiso, e che le preghiere di estranei, oltre a quelle dei parenti, potessero accorciare la permanenza in questo luogo. Nel Medioevo era ancora in voga la pratica del souling, però erano i bambini a praticarla maggiormente e ad andare di porta in porta a chiedere del soul cake, proprio come i bimbi americani fanno oggi. Anche in questo caso i bambini dovevano recitare una preghiera per i defunti per ogni dolce ricevuto. Nel frattempo anche le credenze religiose erano un po' cambiate, così le preghiere dei bambini non servivano più per accorciare il soggiorno nel limbo, ma nel Purgatorio, un regno intermedio tra Paradiso e Inferno dove i morti scontavano per un determinato periodo le loro pene e poi salivano al Cielo. Così come oggi i bambini americani cantano delle filastrocche per chiedere i dolcetti, anche nel medioevo i bambini cantavano "la canzone del soul cake":


Originale:
A Soul Cake!
A Soul Cake!
Have mercy
On all Christian souls
For a Soul Cake!






Traduzione:
Un Dolce dell'Anima!
Un Dolce dell'Anima!
Abbi pietà
per tutte le anime Cristiane
Per un Dolce dell'Anima!


Una seconda ipotesi fa risalire ai Celti anche questo tipo di pratica: infatti era costume di queste popolazioni travestirsi in modi terrificanti e sfilare per le strade per scacciare dalle loro città gli spiriti maligni, mentre i loro bambini giravano di casa in casa a raccogliere legna per accendere un enorme falò al centro della città. Quando veniva acceso questo falò, i focolari di tutte le case venivano spenti, per essere poi riaccesi con dei tizzoni provenienti dal falò del Samhain, come simbolo di unione fra gli abitanti del villaggio. Il Samhain era per i Celti la celebrazione dell'anno nuovo e dei propri dei; a questo scopo ci si vestiva come delle divinità e si andava casa per casa a chiedere cibo da offrire agli dei.

Infine, altri sostengono, rifacendosi nuovamente alla tradizione celtica, che l’offrire dolci (originariamente posti sull’uscio delle case) fosse un modo per ingraziarsi le Fate che, altrimenti (cioè senza il “dolcetto“), avrebbero organizzato dei brutti “scherzetti“. Nella tradizione celtica non esistono ne'diavoli, ne'demoni, tuttavia le Fate erano spesso considerate ostili e pericolose dagli uomini, risentiti del dover codividere con loro le proprie terre. Le leggende narrano che nella notte di Samihain le Fate sono solite fare alcuni "SCHERZETTI" agli umani, portandoli a perdersi nelle "colline delle Fate", dove rimanevano intrappolati per sempre. I Celti quindi, per guadagnarsi il favore delle Fate erano soliti offrire loro del cibo o latte che veniva lasciato sui gradini delle loro case.




Le Filastrocche di Halloween

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I COLORI DI HALLOWEEN

Nero, verde, arancione e rosso | Quattro i colori che ad Halloween indosso. | Rosso, arancione, verde e nero | Questi i colori del mistero. | Arancione è la zucca addobbata a festa | Che minacciosa guarda dalla finestra. | Arancione è il dolce della tradizione | Lo divoro tutto in un solo boccone. | Verde è il colore dei mostri cattivi | Si aggirano per strada mischiandosi ai vivi. | Verde il colore del minestrone | Che la strega rimestola nel pentolone. | Nero è il mantello del vampiro | Vi si avvolge tutto quando va in giro. | Neri il gatto, il ragno e il corvo | Che mi osservan insieme con sguardo torvo. | Rosso fuoco è il diavoletto | Corna, coda e ciuffetto | Preferisco andare a letto | Che trovarmi al suo cospetto! | Rosso, arancione, verde e nero | Questi i colori del mistero. | Nero, verde, arancione e rosso | Quattro i colori che ad Halloween indosso.

Fonte: bambinopoli.it


I GIOCHI DI HALLOWEEN

Il fantasma del mattino | Gioca a nascondino | Nella casa fredda e scura | Ma lui non ha paura | Al vampiro della notte | Piace fare a botte | Ma alla fine del duello | Vince sempre il pipistrello | Sulla grande scacchiera | Fa una partita la Morte nera | Sfidando sconosciuti e divi | A rimanere vivi. | La strega col grosso neo | Si diletta con lo Scarabeo | Ma nonostante l'impegno | Perde sempre senza ritegno. | Correre in bicicletta | Piace al mago con la bacchetta | Ma a causa degli anni | Lascia vincere il barbagianni. | La zucca cortese | Gioca a morra cinese. | Carta, coltello o sasso | 1 a 0 per lo scheletro tutt'ossa. | Di giochi e di giochini | Che piacciono ai bambini | Ce n'è in gran quantità | Adatti a tutte le età. | Ma tra i tanti quello eletto | È il gioco del Dolcetto o Scherzetto!

Fonte: bambinopoli.it


NELLA CUCINA DELLE STREGHE

Nella cucina delle streghe culinarie | Tutte sembrano avere un gran da fare. | C'è la strega che legge una ricetta strana | C'è quella che riempie di ragni una banana. | C'è la strega dietologa che al posto del miele | Usa semi di zucca e buccia di mele. | C'è la strega golosa che prepara una torta | Mescolando l'impasto con ossa di morta. | C'è la strega che si vanta del suo fine olfatto | E aggiunge alla pasta peli di gatto. | Nella cucina delle streghe culinarie | Tutte sembrano avere un gran da fare. |  C'è la strega che vuole sempre stare a dieta | E con sangue di topo la sua insalata completa. | C'è quella che sa che il suo preparato | Servirà a far del principe il suo innamorato. | Tutte si affannano intorno al pentolone | In cui da ore sobbolle il minestrone. | E nel calderone poco invitante | Di cose strane ce ne sono tante. | Nella cucina delle streghe culinarie | Tutte sembrano avere un gran da fare.

Fonte: bambinopoli.it


NELLA NOTTE DA HALLOWEEN

Nella notte delle streghe | Vi racconto cosa succede. | Ci sono i bimbi per la strada | Che insieme recitano una sciarada. | Ci sono vampiri nel loro mantello | Che chiedon caramelle a questo e a quello. | Ci sono fantasmi sulla porta | Promettono scherzi se non arriva la torta. | Vaga uno scheletro tutto ossa | Fu un tempo il corpo di una signora grossa. | Nella notte delle streghe | Ecco davvero cosa succede. | Succede che insieme i vivi coi morti | Se ne vanno in giro senza passaporti. | Nelle case addobbate a festa | Ci sono zucche col cappello in testa. | Sotto la luna nella notte scura | Si ode un grido che mette paura. |  Succede che i bimbi per l'intera serata | Rimangono svegli a fare nottata. | Volete sapere cosa succede | Nella notte delle streghe? | Succede che di dormire non ha voglia nessuno | Evviva la notte del trentuno!

Fonte: bambinopoli.it


DOLCETTO O SCHERZETTO
di Jolanda Restano

O mi dai un buon dolcetto, | o ti becchi uno scherzetto! | Devi fare questa scelta | muoviti, su, fai alla svelta! | Non hai tempo di pensare | sono qui per spaventare | chi i dolcetti non mi da | prima o poi si pentirà!

Fonte: filastrocche.it



SONO UNA ZUCCA...

Sono una zucca | e un lanternino | tengo acceso il tuo lucino. | Sono una zucca | che fa paura | se voglio mi spengo e divento scura. | Negli occhi porto un vispo fuochino | aspetto che passi un fantasmino | ma faccio luce ad ogni bambino. | Sono una zucca | tutta arancione | questa notte incontrerò uno stregone. | Sono una zucca | o una zucchetta | che cerca un’allegra streghetta. | Se sei un mostro spaventoso, | un vampiro di sangue goloso | o un bambino travestito e gioioso | Se sei una maga nera | o una mummia vera | sappi che è festa questa sera!


ZUCCA DI HALLOWEEN
di Jolanda Restano

Zucca di Halloween stregata | come sei bella illuminata, | come mi guardi sorridente, | come mi sembri stravagante. | Mi terrorizzi, un pochettino, | con quel tuo sguardo malandrino: | in questa notte, o zucca arancione,| riempimi di dolci e zabaione!

Fonte: filastrocche.it



HALLOWEEN È RITORNATO
di Jolanda Restano

Un fantasma spaventoso, | sotto un albero frondoso, | una strega nera e brutta | canta, ride, trema tutta! | Uno scheletro sgarbato, | uno spirito fatato, | una zucca fluorescente, | nella notte risplendente. | Halloween è ritornato | tanti mostri ha risvegliato | tanti bimbi ha spaventato, | ma in un attimo è passato!

Fonte: filastrocche.it



UNA NOTTE SPECIALE - HALLOWEEN

Nella notte più magica che c'è | forse sarà capitato anche a te | di incontrare un fantasma birichino | che magari ti ha tirato un calzino, | oppure avrai incontrato una streghetta | che volava sulla scopa senza fretta, | o avrai visto una zucca sdentata | che mangiava un pezzo di cioccolata... | niente paura, fatti una risata, | la notte di Halloween è cominciata.


HALLOWEEN FESTA STREGATA!
di Jolanda Restano

Halloween festa stregata! | Ci spaventa la nottata! | Tutti fuori a notte fonda | festeggiam con baraonda. | Streghe, maghi e fantasmini... | Dolci, frittelle, cioccolatini! | Che ricetta eccezionale! | Che nottata micidiale! | Tante maschere stregate; | tante facce spaventate; | tanti dolci nei pancini; | tante zucche in lumicini. | E' una festa un po' paurosa, | con fantasmi e streghe a iosa! | E con maghi e mostri a frotte | trascorriamo questa notte!

Fonte: filastrocche.it



LA FILASTROCCA DELL'ATTESA

Un, due, tre... | Lo spettro prende il té! | E se guardi nella tazza | C'è un gatto nero di razza. | Quattro, cinque e sei... | La strega ha tanti nei. | Ne ha uno con un pelo | Se lo copre con un velo. | Sette, otto, nove.. | Il vampiro fa le prove. | Fa le prove davanti allo specchio | Per sembrare meno vecchio. | Dieci, undici, dodici... | Due occhi guardan diabolici | Ma sono gli occhi della civetta | Che sopra a un ramo svetta. | Tredici, quattordici, quindici... | Ma che costumi magnifici! | Sono le maschere dei bambini | Che fanno scherzi o chiedon dolcini. | Sedici, diciassette, diciotto... | É davvero un rebelotto | C'è la zucca che danza selvaggia | C'è la strega che sulla scopa viaggia. | Diciannove, venti, ventuno... | Qui non si vede nessuno. | É notte fonda e buio profondo | Questa è la festa più terribile del mondo. | Ventidue, ventitre, ventiquattro... | Lo scheletro dà fuori di matto. | Ha ingoiato l'osso ioide | S'è mangiato la tiroide. | Venticinque, ventisei, ventisette... | Veloci corrono le lancette | Si avvicina la notte attesa | La lanterna è già stata accesa. | Ventotto, ventinove, trenta... | Non aver fretta. Pazienta! | Al trentuno manca un dì | Attendiamolo così.

Fonte: bambinopoli.it


LA LEGGENDA DI JACK

Jack, irlandese imbronciato, | dentro a un bar era seduto. | Quando proprio sul più bello | Arrivò uno spiritello. | "È giunta l'ora di partire | Nel mio mondo devi venire" | Ma Jack, che era furbo e astuto, | non ci pensò nemmeno un minuto. | E al diavoletto che lo chiamava | In questo modo rispondeva | "Vecchio diavolo che te ne vai | Per il mondo in cerca di guai. | Lascia almeno che l'ultima volta | Io mi beva un bicchiere di vodka | E poiché l'oste devo pagare | In un penny ti dovrai trasformare". | Il diavoletto, senza pensare | Che al suo aspetto non poteva tornare, | In un battibaleno si mutò | In una moneta che Jack intascò. | "Jack Jack ti prego, ti imploro. | A essere diavolo di nuovo | Tu ora devi farmi tornare | In cambio di ciò che mi vorrai domandare". | Jack, che di morire non ne voleva sapere, | gli chiese di non farsi più vedere. | Né oggi né domani né mai | Che lo lasciasse vivere senza procurargli guai. | Il diavolo, che non era poi così cattivo | Se ne andò punto sul vivo | E fino a che Jack campò | Sul suo cammino mai più lo incontrò | Giunto all'età di 100 anni | Jack pensò che i suoi malanni | Potevano ora anche finire | E si preparò per partire | Arrivato che fu al gran portone | Bussò e bussò per ore e ore. | Ma ad aprirgli nessuno arrivò | E Jack spazientito allora gridò: | "O diavolo che vivi lì dentro | Fammi entrare nel tuo antro. | Non vedi i miei capelli canuti | E che tutti i denti mi sono caduti?" | Sogghignando lo spiritello | Da una finestra del suo castello: | "Oh Jack, ma io non posso. | Tempo fa, infatti, ho promesso | Che se il mio aspetto mi restituivi | Ti avrei lasciato nel mondo dei vivi. | E ora che tu non ci vuoi più restare | Non so davvero cosa fare. | Meglio, perciò, se te ne vai | Per il mondo dove vuoi" | E nel proferir queste parole | Contro al vecchio tirò un tizzone. | Da allora narra la storiella | Che Jack con la sua fiammella | Erra in giro per le città | Quando cala l'oscurità. | E per non far spegnere il lumino | Jack si è creato un lanternino | Usando la zucca a mo' di lumicino.


LA DANZA DELLE STREGHE

Danzan le streghe sotto la luna | La loro danza porta fortuna | Danzan le streghe nella notte scura | Non bisogna avere paura. | Danzan le streghe quando hanno voglia | Intorno a loro non si muove una foglia | Non si ode neppure un rumore | Danzan le streghe per ore e ore. | Danzan le streghe intorno alla fiamma | La loro danza sembra un diagramma | Nasconde in fondo un segreto profondo | La loro danza è l'arcano del mondo. | Danzan le streghe come invasate | A loro a volte si uniscon le fate. | I maghi si uniscono a volte a loro | Danzan le streghe e cantano in coro. | Danzan le streghe con grande ardore | La verità è nel loro cuore | Perché delle streghe questa è l'arte | Unir ciò che si vede e la sua controparte.

Fonte: bambinopoli.it


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